http://www.flickr.com/photos/controilmegamacello/
Spesso è solo un muro e qualche recinzione tutto ciò che impedisce ai nostri occhi di osservare i luoghi di prigionia e sofferenza in cui sono detenuti milioni di individui. E spesso questo è sufficiente a farci continuare a vivere nell'indifferenza dello sfruttamento di cui siamo complici.
Per mostrare a tutt* qual'è la normalità degli allevamenti di maiali della Lombardia abbiamo deciso di pubblicare le fotografie raccolte durante diverse investigazioni all'interno di questi luoghi. Prigioni che costringono gli individui in spazi a malapena più grandi del loro corpo. Dove gli animali perdono la loro identità e diventano cose, oggetti da abusare e usare per il profitto di chi li detiene.
Cadaveri cospargono i corridoi e gli stessi recinti dove gli altri vivranno in sofferenza e schiavitù fino al giorno in cui saranno pronti per essere fatti a pezzi e venduti come cibo. Vasche sovraffollate e gabbie di contenimento negano qualsivoglia tipo di libertà di muoversi a chi vi è rinchiuso. Madri sono costrette ad un continuo ciclo di invasive inseminazioni e gravidanze, per poi vedersi strappare i cuccioli nelle loro prime settimane di vita.
Davanti al dolore degli individui che sono prigionieri negli allevamenti di tutto il mondo ci troviamo di fronte ad una scelta: noi abbiamo deciso di porre fine alla loro schiavitù.
Spesso è solo un muro e qualche recinzione tutto ciò che impedisce ai nostri occhi di osservare i luoghi di prigionia e sofferenza in cui sono detenuti milioni di individui. E spesso questo è sufficiente a farci continuare a vivere nell'indifferenza dello sfruttamento di cui siamo complici.
Per mostrare a tutt* qual'è la normalità degli allevamenti di maiali della Lombardia abbiamo deciso di pubblicare le fotografie raccolte durante diverse investigazioni all'interno di questi luoghi. Prigioni che costringono gli individui in spazi a malapena più grandi del loro corpo. Dove gli animali perdono la loro identità e diventano cose, oggetti da abusare e usare per il profitto di chi li detiene.
Cadaveri cospargono i corridoi e gli stessi recinti dove gli altri vivranno in sofferenza e schiavitù fino al giorno in cui saranno pronti per essere fatti a pezzi e venduti come cibo. Vasche sovraffollate e gabbie di contenimento negano qualsivoglia tipo di libertà di muoversi a chi vi è rinchiuso. Madri sono costrette ad un continuo ciclo di invasive inseminazioni e gravidanze, per poi vedersi strappare i cuccioli nelle loro prime settimane di vita.
Davanti al dolore degli individui che sono prigionieri negli allevamenti di tutto il mondo ci troviamo di fronte ad una scelta: noi abbiamo deciso di porre fine alla loro schiavitù.
Per la fine della schiavitù e dello specismo.
Nessun macello, nè a Manerbio nè altrove.
Coordinamento Contro il Mega Macello