lunedì 26 marzo 2012

La 'Macchina Allevamento': un luogo di tortura tra sofferenza animale e inquinamento

Non sono note a molti le connessioni tra allevamento e inquinamento Eppure, dato che per coloro che perpetrano lo sfruttamento di animali (e lo supportano, consumando), ciò che esce dagli allevamenti è mero “prodotto”, è bene chiarire che non esiste produzione senza scarto, così come  non esistono allevamenti ad impatto zero.
La “macchina allevamento” è in realtà una meccanismo che consuma più di quanto produce: milioni di vite sterminate ogni giorno, ettari di suolo coltivato per produrre foraggio, un uso spropositato di acqua necessario per il mantenimento degli animali prigionieri, per la lavorazione, per la produzione della carne e dei derivati. Come risultato rende meno di quanto si prende:  inquinamento, deiezioni e sofferenza. La sofferenza di milioni di animali, individui di specie diverse dalla nostra, considerati come oggetti, inscatolati in recinti, nutriti con il solo scopo di crescere per essere poi uccisi, macellati, consumati. Questo meccanismo è quanto di più distruttivo esista.

Facciamo un esempio pratico. A Bedizzole in provincia di Brescia è stato presentato un progetto per la costruzione di un impianto di gassificazione delle deiezioni avicole (inceneritore di pollina).
La rabbia dei cittadini di Bedizzole è palpabile e condivisibile: l'ennesimo eco-mostro che andrà ad alterare il territorio e a mettere a repentaglio la salute di chi vive in quella zona. Di progetti simili, di mostruosità ambientali, se ne vedono tante nella nostra provincia.

Facendo dei passi indietro però si può incontrare il nodo della questione.
Perché costruire questo impianto? Per eliminare le deiezioni, ovvero gli escrementi degli allevamenti di galline ovaiole e polli della zona. Perché ci sono questi allevamenti? Perché molte persone si nutrono delle uova e della carne proveniente da questi allevamenti.
Si tratta di una semplice legge della fisica: ad ogni azione corrisponde una reazione.
Il consumo di cibo derivante dallo sfruttamento degli animali comporta alti livelli di inquinamento, oltre che di sofferenza per quegli esseri viventi che pagano il prezzo più alto della scellerata visione antropocentrica, giustificazione infondata per lo sfruttamento dell'essere umano sull'animale non umano.
Consumare carne, pesce, latte, formaggi, uova, miele, significa consentire alla “macchina allevamento” di lavorare, quindi di consumare risorse che potrebbero sfamare intere popolazioni e di annientare vite che andrebbero rispettate per produrre una quantità di cibo inferiore a quanto consumato, inquinamento e tanta, troppa sofferenza.
Non vogliamo salire in cattedra con arroganza, ma sappiamo di cosa stiamo parlando e vogliamo che chiunque legga questo nostro articolo si fermi un attimo a riflettere e si ponga delle domande, che lo portino poi ad approfondire le tematiche da noi affrontate e che, speriamo, in ultima istanza, decida di cambiare il proprio stile di vita, modificando le proprie abitudini alimentari in favore di una dieta che non supporti la devastante “macchina allevamento”.

In quanto antispecisti abbiamo abbracciato nella nostra quotidianità la scelta vegan. Come vegani non causiamo la morte di milioni di individui, esseri senzienti, animali non umani, che come noi popolano la Terra, incidendo minimamente sullo stato di salute del nostro pianeta.
Vivere senza uccidere né sfruttare altri animali è possibile e il numero crescente di vegani in Italia ne è la prova tangibile. Uno stile di vita “cruelty-free” (senza sofferenza) nei confronti dei nostri fratelli non umani si traduce anche in uno stile di vita “cruelty-free” nei confronti di coloro che quotidianamente soffrono la fame (a causa dello squilibrato sfruttamento di risorse a livello globale) e della salute del nostro pianeta, così come, a livello locale, di quella del territorio in cui viviamo.
La “macchina allevamento” uccide, consuma e inquina. Con le nostre scelte possiamo fare la differenza, possiamo non andare ad alimentare questo meccanismo. Possiamo non essere la causa della sofferenza di milioni di animali e dell'inquinamento che deriva dall'industria alimentare basata sullo sfruttamento animale.

E, in merito al caso di Bedizzole, così come a tutti quegli eco-mostri che si nutrono della sofferenza degli animali, il teorema è semplice e dovrebbe essere chiaro a tutti: zero domanda, zero offerta. Zero deiezioni da eliminare.


Per la liberazione animale, umana e della Terra.
Coordinamento Contro il Mega Macello

sabato 24 marzo 2012

Articolo su bresciatoday.it - "No al Mega Macello! - La scelta vegan per uno stile di vita migliore

Articolo comparso sul sito BresciaToday.it il 23 Marzo 2012.

Il link all'articolo sul sito è:
http://www.bresciatoday.it/cronaca/manerbio-mega-macello-antispecisti-libertari-brescia.html

Brescia, gli antispecisti del Coordinamento: «No al Mega Macello!»

«No al Mega Macello!» La scelta vegan per uno stile di vita migliore

Gli attivisti del Coordinamento Contro il Mega Macello preparano nuove iniziative per sollecitare la Provincia sul nuovo impianto di macellazione previsto a Manerbio. Insieme alla scelta vegana contro lo sfruttamento

Brescia, gli antispecisti del Coordinamento: «No al Mega Macello!»
La Provincia di Brescia sta valutando l'ipotesi progettuale della realizzazione di un nuovo impianto di trattamento e macellazione di suini in quel di Manerbio, l'impianto Hamburger Pini. Stando alle ultime indiscrezioni lo stabilimento (nei momenti di massima attività) potrebbe macellare un totale di circa 40mila suini a settimana, con tutte le conseguenze del caso, sia ambientali che territoriali. Proprio per questo il 16 marzo scorso gli attivisti del Coordinamento Contro il Mega Macello si sono presentati, muniti di cartelli e striscioni, all'esterno della sede della Provincia, in Via Milano. Per gridare ad alta voce il loro NO al nuovo impianto di macellazione.
"Il Coordinamento nasce circa un mese e mezzo fa - ci racconta Serena, del gruppo Antispecisti Libertari di Brescia, parte integrante del neonato coordinamento - e chiediamo alla Provincia una valutazione appropriata sulle criticità e sulle autorizzazioni. Al di là della questione etica che portiamo avanti con passione siamo di fronte a uno stabilimento che avrà un fortissimo impatto ambientale, andando poi a devastare almeno 100mila metri quadri di terreno agricolo, a cui vanno aggiunti i tre pozzi che verranno realizzati per la lavorazione e la produzione delle carni, pozzi che preleveranno circa 82 litri al secondo di acqua dalla falda".
Una battaglia locale che segue però un interesse più generale, la questione etica appena citata. "Il macello Pini in realtà è solo il primo simbolo della nostra lotta allo specismo e allo sfruttamento animale. La nostra è una nuova campagna antispecista che vuole dichiaratamente porre sullo stesso piano ogni essere vivente, animali e umani. Siamo per l'abolizione della schiavitù animale, vogliamo abbattere il pensiero dominante secondo cui l'animale è una semplice merce, un oggetto da cui trarre profitto, quando invece ogni animale è un essere senziente che prova le nostre stesse emozioni, i nostri stessi sentimenti, apatia e noia, dolore e gioia".
La consuetudine vuole infatti che l'animale sia suddiviso nel metodo più classicamente industriale: animale da carne, da pelliccia, da laboratorio, da affezione o da compagnia. "Noi vogliamo far capire alla gente - continua Serena - che non c'è nessuna differenza tra l'animale d'affezione, come il cane o il gatto, rispetto all'animale cosiddetto da reddito, l'animale da carne. Smettere di mangiare carne vuol dire smettere di essere complici di quello che è lo sfruttamento della terra da parte dei Paesi più ricchi, la nostra è una battaglia per la liberazione degli animali e del territorio, in favore dei più poveri, di chi ha più bisogno".
Gli attivisti della Rete antispecista e del Coordinamento sono infatti tutti vegani, una scelta di vita forse radicale ma che segue regole e dettami precisi. "Noi consumiamo solo prodotti che di fatto non derivano dallo sfruttamento o dall'uccisione di animali. Niente carne e niente pesce, niente latte e niente uova. E oltre alla questione alimentare portiamo avanti la questione del vestiario, non indossiamo pelle o pellicce, ci sforziamo di utilizzare solo ed esclusivamente prodotti che non sono testati sugli animali. La scelta vegana è un vero e proprio stile di vita, uno stile di vita in cui non si può che essere attivisti, mobilitarsi per smuovere le coscienze, per dare voce agli animali che purtroppo non possono ribellarsi".






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domenica 11 marzo 2012

Venerdi 16 Marzo: Protesta davanti alla sede della Provincia di Brescia

Esistono luoghi che non siamo in grado di vedere, spesso imponenti nella loro complessità, ma pur sempre invisibili, nascosti dietro una fosca cortina di disattenzione. Nessuno vuole pensare a cosa accade all'interno di essi, né vuole tante volte, sentirselo raccontare. Sappiamo solo che esistono. Si tratta dei macelli. I campi di sterminio del mondo contemporaneo.

A Manerbio, nella bassa bresciana, l'azienda “Hamburger Pini” (uno dei maggiori produttori italiani di carne) ha presentato i progetti per la realizzazione di un nuovo stabilimento dove 12.000 individui, ogni giorno, verranno sistematicamente uccisi e smembrati. Un enorme organico macchinario studiato per la massima efficienza nel processare numeri spaventosi di maiali. Individualità che nel giro di 12 ore verranno lavorate e trasformate in prodotti confezionati, pronti per essere raccolti dagli scaffali dei supermercati.

Oltre alla sofferenza e la morte di un assurdo numero di maiali che ogni settimana verranno spinti a calci verso la morte atroce che li aspetta, la costruzione del mega-macello comporta anche complicazioni di natura ambientale, a partire dall'ingente aumento del traffico di tir che dovranno raggiungere il macello ogni giorno, per arrivare all'enorme spreco d'acqua necessario al trattamento delle deiezioni e degli scarti del procedimento di lavorazione della carne.

Il progetto è attualmente ancora in attesa dell'approvazione della provincia, che ha il compito di valutarne la regolarità, e questo significa che la sua costruzione può ancora e deve essere fermata.
Dobbiamo far sentire la nostra voce adesso, in nome dei maiali la cui voce non può essere ascoltata. In difesa dell'ambiente da un ennesimo esempio di voracità economica, come sempre a discapito della vita e del benessere di animali umani e non umani. Per un diverso rapporto tra uomo e natura, fuori dalle logiche dello sfruttamento in nome del profitto.

VENERDI 16 MARZO, DALLE ORE 15
PRESIDIO
DAVANTI ALLA SEDE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
VIA MILANO 13, BRESCIA

Alziamo la voce contro lo specismo. Impediamo la costruzione di questa macchina di morte.

Coordinamento Contro il Mega Macello


Email
: contromegamacello(at)live.it
Infoline: 3312183383

venerdì 9 marzo 2012

Antispecismo contro le nocività ambientali.

Antispecisti Libertari Brescia e il Coordinamento Contro il Mega Macello aderiscono alla chiamata per la manifestazione del 17 marzo 2012, indetta dalla Rete Antinocività Bresciana.

Il territorio bresciano è tra i più sfruttati e inquinati d'Italia e i livelli delle sostanze nocive raggiungono picchi record, andando ad incidere sulla salute dei cittadini così come sul bene ultimo, comune ad ogni animale umano e non umano: l'ambiente.

In tutto il territorio bresciano sono già presenti numerosi eco-mostri: si pensi allo stabilimento ItalCementi di Rezzato, all'Alfa Acciai di San Polo, alla Caffaro, per fare qualche nome. Altri sono già in progettazione: discariche di amianto a poche centinaia di metri dai centri abitati, la tratta della linea ad alta velocità (TAV), che taglierà in due la nostra provincia, per esempio.

Un altro esempio che vogliamo sottolineare, il progetto per il Mega-Macello Hamburger Pini, presentato presso il Comune di Manerbio; una mostruosità industriale da decine di migliaia di metri quadri che ammazzerebbe sistematicamente e senza sosta 12.000 maiali al giorno, con un movimento quotidiano di circa 150 camion per il trasporto, l'impiego di quantità spropositate di acqua (con grave danno alle falde acquifere sottostanti il paese di Manerbio) e la devastazione di un'estesa area della campagna della Bassa Bresciana.

Come antispecisti, quindi vegani, siamo consapevoli del notevole impatto che l'industria alimentare basata sullo sfruttamento animale ha sull'ambiente, sia a livello locale che globale.
Per sostenere questa industria 2/3 dei terreni coltivabili del Mondo vengono utilizzati unicamente per la produzione del foraggio, mentre potrebbero essere destinati alla produzione alimentare vegetale, risolvendo così anche le problematiche legate alla fame nel Mondo, che stanno alla base delle iniquità sociali.
L'allevamento intensivo comporta l'emissione del 18% dei gas serra mondiali, attestandosi al primo posto tra le cause di emissione di gas nocivi nell'atmosfera, superando quelle derivanti dal settore dei trasporti e da quello industriale.
Inoltre, per l'enorme richiesta di foraggio, vengono impiegate grandi quantità di pesticidi e fertilizzanti ad alta concentrazione di azoto, che intaccano l'ambiente, gli ecosistemi e la salute dei bacini acquiferi.

La scelta vegan è un importante passo per ridurre notevolmente la propria impronta ecologica; abbattendo l'industria alimentare basata sullo sfruttamento animale si può incidere sulla distribuzione delle risorse alimentari a livello globale così come sullo stato di salute del nostro pianeta e di conseguenza, a livello locale, sul territorio in cui viviamo.

Nell'essere solidali e complici con tutte le lotte che sorgono dal basso a tutela del territorio e della salute collettiva, apportiamo il nostro contributo e lanciamo il nostro messaggio di liberazione animale, così come dell'uomo e della Terra.
Solo prendendo una posizione e non delegando ad altri si possono ottenere risultati tangibili e fermare lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dell'uomo sull'animale e dell'uomo sull'ambiente in nome del profitto di pochi, ma a danno, come sempre, di molti.

Antispecisti Libertari Brescia | Coordinamento Contro il Mega Macello