martedì 29 maggio 2012

Viaggio in prima classe. Destinazione: macello


Scriviamo un breve commento in merito alla votazione della Commissione Ambiente del Parlamento europeo sulla limitazione delle 8 ore nel trasporto di animali vivi destinati alla macellazione e sulle condizioni di trasporto degli stessi.

Questi emendamenti vengono definiti come una piccola vittoria, come ‘un piccolo passo per la tutela degli animali’. Ci chiediamo: come si può parlare di ‘tutela degli animali’ o peggio ancora di ‘benessere animale’ se i soggetti in questione sono destinati ad essere macellati e uccisi? E’ come se i nazisti si fossero preoccupati di dare un lecca-lecca a ciascun bambino che da lì a breve sarebbe finito nei forni crematori o nelle camere a gas. Un gesto caritatevole per sottolineare che l’essere umano il più delle volte ha il potere di decidere della morte o della vita degli animali non umani.

Purtroppo spesso sentiamo parlare impropriamente di ‘benessere animale’. Questo termine viene utilizzato proprio da coloro che perpetrano direttamente le violenze nei confronti degli animali: dagli allevatori, ai ricercatori, ai veterinari. Molto probabilmente è un modo per smorzare le polemiche degli animalisti, sta di fatto che per noi resta assurdo parlare di ‘benessere animale’ quando l’animale non umano vive all’interno di allevamenti o di stabulari, legato alla catena o rinchiuso in una gabbia o in recinto per tutta la sua vita. L’abuso costante, fisico e psicologico, di questi innocenti può solo trasformarsi in dolore, noia, apatia, sofferenza, malessere.

Chi lotta quotidianamente per la liberazione animale, quindi per l’abolizione della schiavitù dei non umani, non può che storcere il naso leggendo quanto proposto da alcuni politici.
Sicuramente per i promotori di questo emendamento e per tante altre persone, si tratta di un passo in avanti. Per noi il passo in avanti, verso una società che non avrà più schiavi, sarà quando verranno distrutti tutti i luoghi di tortura e di sfruttamento.

Per la liberazione animale, scegli VEGAN!

Coordinamento Contro il Mega Macello

lunedì 21 maggio 2012

Il quotidiano locale pro-macello: una pagina dedicata a Pini, nessuna parola sul corteo

Qui l'articolo del giornale in questione: 
http://dl.dropbox.com/u/69641318/Articolo%20Pini%20Manerbio.jpg


Circa una settimana fa un corteo di approssimativamente 300 persone si muoveva per le strade di Manerbio. Persone mobilitatesi da tutto il nord-Italia, forti non solo della condivisione di un obiettivo, ossia quello di impedire la costruzione del macello di suini più grande d'Europa, che rischia di sorgere nella bassa bresciana, ma ancor più determinate dall'imprescindibile fondamento della lotta che li ha chiamati in strada: la liberazione animale, la fine dello sfruttamento tutto, la fine degli abusi e della prigionia, la fine di tutte le espressioni dello specismo, della violenza e della prevaricazione. A gran voce si è reclamata la fine di tutto ciò a cui sarà legata l'attività dell'agghiacciante monumento allo sterminio sistematico e razionalizzato che la 'Hamburger Pini' progetta di mettere in funzione a Manerbio. La maggior parte dei giornalisti, ha raccontato questa giornata nei propri articoli per quello che è stata entrando, chi più e chi meno, nel dettaglio delle motivazioni che ci hanno mosso. E poi c'è stato un quotidiano di Brescia e provincia.

La testata di cui sopra, infatti, dà ottima prova di un giornalismo conservatore che si asciuga la lingua sulle scarpe del potere. Passano nel più assoluto silenzio i contenuti del corteo di sabato 12, mentre viene dedicata un'intera, vergognosa pagina, ad una untissima sviolinata di plauso all'imprenditoria di Pini ed ai benefici che il mega impianto di Manerbio porterà all'occupazione della bassa, con tanto di fotografie a colori che ritraggono gli interni del gemello polacco (il macello Pini già esistente a Kutno), gli operai che lavorano sulle carcasse che viaggiano attraverso una catena di smontaggio industrializzata, e poi il prodotto finito, confezionato nella plastica.

Viene data parola allo stesso Piero Pini, il quale ammette al di fuori dell'amministrazione Manerbiese, in Italia, il suo piano ha trovato solo opposizioni. Dice infatti che avrebbe già abbandonato il progetto da tempo se non desiderasse lasciare uno dei suoi figli alla guida dello stabilimento. La famiglia prima di tutto quindi, insieme ai soldi, perché nonostante Pini dichiari di voler portare capitali e lavoro in Italia non è possibile nascondere che l'unica ricchezza che il macello promette di portare è quella di sé stesso e dei suoi consanguinei.

Una delle bocche a favore del progetto è ovviamente quella del sindaco di Manerbio, che si è recato in visita all'impianto di Kutno, in compagnia di due consiglieri della minoranza (P.D. e Manerbio a sinistra). Qui l'autore dell'articolo si diletta nel dipingere gli occhi del sindaco Meletti, che dovrebbero proverbialmente brillare di fronte al macello polacco. Il sindaco che “da che mondo e mondo il maiale non si manda in pensione” si trova faccia a faccia con un'anteprima del suo nuovo giocattolo. E anche dalla minoranza, arriva un'approvazione, seppur meno acritica di quella di Meletti, pur sempre cieca all'enormità della sofferenza animale, e sorda alla forte opposizione che il progetto sta ricevendo.

Le cifre sono all'ingrasso, nell'articolo quanto nelle bocche dell'amministrazione. Solo sei mesi fa si parlava di 600 posti di lavoro, poi sono diventati 800, ora 1200. Cosa succede? C'è un po' di confusione o è necessario alzare la posta poiché i costi e i danni di questa struttura sono stati diligentemente messi in luce? Poiché Manerbio, e i comuni limitrofi, potrebbero non essere intenzionati ad accettare il parto di questa aberrazione atroce sul loro territorio?

La scusa dei posti di lavoro è sbandierata con orgoglio a destra e a sinistra per giustificare qualsiasi opera. Anche la minoranza è ora in campo insieme al sindaco per la realizzazione del macello Pini. D'altro canto chi può essere mai così stolto da opporsi ad un progetto che dona occupazione in tempo di crisi? Nonostante la crisi la stiamo pagando proprio a causa di questa attitudine scellerata, che passa sopra tutti e tutto per il profitto, e dell'inerzia della politica di fronte a ciò. “Chi spiegherà ai disoccupati di Manerbio che non potranno portare a casa la pagnotta sulla pelle e la sofferenza di 12'000 esseri viventi al giorno?” Questo è il ricatto morale che ci sentiamo propinare continuamente, da parte di chi sostiene politicamente il progetto e si gonfia la bocca di plausi alle spaventose cifre che mette in tavola la Hamburger Pini.

C'è una cosa che però queste persone dimenticano, ed è chi saranno i veri lavoratori del macello Pini. Gli schiavi non umani che pagano da quando nascono a quando muoiono i veri costi dell'industria alimentare. 12'000 lavoratori coatti che vivono nel dolore e nella prigionia, verranno infine atrocemente smembrati e fatti a pezzi quotidianamente in nome del mero profitto economico. Il parallelo con i 13'000 abitanti della cittadina è scontato quanto efficace. Una Manerbio troverà la morte ogni giorno nel mega macello. Non c'è giustificazione che tenga per permettere tale scempio.

Insomma, una deludente panoramica, questa del quotidiano locale, sui benefici che il macello Pini porterà a pochi individui, nel tentativo di convincere i lettori che ne saremo investiti tutti, ma cieca ai vasti danni che causerà, in primo luogo agli individui non umani. Sorda alla voce che si sta alzando dal movimento antispecista che grida un forte e deciso 'basta!' all'efferato sfruttamento perpetrato sugli animali non umani. In una pagina di carta stampata viene riassunta così la stessa indifferenza che costruisce socialmente gli individui non umani come degli oggetti, delle risorse da sfruttare, invece che come esseri senzienti che, come noi, desiderano vivere liberi.

lunedì 14 maggio 2012

Mega Macello, ecco (DAVVERO) perchè siamo contrari.

Articolo comparso sul Corriere della Sera - Brescia
http://brescia.corriere.it/brescia/notizie/cronaca/12_maggio_12/maiali-201151074457.shtml





Scriviamo questo comunicato a seguito dell'articolo comparso sul Corriere Della Sera – Brescia dopo il nostro corteo antispecista di Sabato 12 Maggio a Manerbio.
Come spesso capita i giornalisti, pur di scrivere un pezzo, tendono a fondere voci che parlano sì dello stesso argomento, ma che dicono cose diverse.
Il corteo di Sabato 12 Maggio è stato un corteo antispecista, per denunciare il sistema di sfruttamento nei confronti degli animali non umani che si perpetra dagli allevamenti ai macelli. Ovviamente abbiamo scelto Manerbio come luogo simbolo per la nostra lotta, essendo il sito designato per il progetto del macello di suini più grande d'Europa.
Al corteo ha partecipato solo un'anima, quella “animalista” (come la chiamano in molti), ma che noi definiamo “antispecista”, che lotta per la fine della prevaricazione dell'animale umano sugli altri esseri viventi e senzienti. I nostri messaggi, i nostri slogan, i nostri discorsi, i nostri striscioni erano espliciti e chiarissimi. Eppure il giornalista ha pensato bene di parlare di tutt'altro, dando vita ad un esempio deformazione informativa degno della nostra attenzione, oltre che del nostro disappunto.
Se avesse voluto intervistare LegaAmbiente, cosa legittima ai fini di un'informazione dettagliata e completa circa le realtà che si oppongono al macello, avrebbe dovuto trovare una sede ed momento opportuno. Sicuramente non il corteo antispecista di Sabato 12 Maggio.
Perchè a noi e alle persone che hanno sfilato sabato a Manerbio poco importa se il Mega Macello risolverà o meno i problemi degli allevatori, poco importa delle sorti degli altri piccoli macelli, poco importa se si tratti di suini che giungono dalla Danimarca o dalla bassa bresciana stessa.
Queste non sono argomentazioni che riguardano la protesta contro il Mega Macello e lo sfruttamento animale messa in atto sabato 12 Maggio, che ha portato per le strade almeno 300 persone, tutte spinte da un'unica motivazione: porre fine allo sfruttamento animale, quindi fermare il progetto di Manerbio, così come portare un forte messaggio antispecista, affinché non esistano più luoghi come allevamenti e macelli.
Invitiamo i giornalisti ad attenersi ai fatti: Sabato 12 Maggio tanti antispecisti, sostenitori della scelta vegan, che vivono e sostengono l'opposizione ad ogni forma di sfruttamento animale hanno sfilato per le strade di Manerbio per chiedere la fine della prevaricazione dell'animale umano sugli altri animali, per fermare lo scellerato progetto del Mega Macello che ucciderebbe 12.000 individui al giorno e per denunciare quella che è la sofferenza animale, dagli allevamenti ai macelli.
Questo è quello che sarebbe dovuto comparire in un articolo a seguito della protesta di sabato 12 Maggio a Manerbio. Se poi il giornalista che ha scritto l'articolo avesse voluto scrivere un pezzo sulle altre motivazioni che muovono altri movimenti in opposizione al Macello, sarebbe stato legittimo, anche perchè sappiamo benissimo che ci sono tante voci contrarie al Mega Macello. Ma leggere, a seguito di un corteo antispecista, dei problemi del comparto suinicolo e della capacità di macello di 5 milioni di suini l'anno vuol dire distorcere l'informazione. Riteniamo che l'intervista pubblicata avrebbe dovuto essere ben distinta da quello che è il nostro corteo e il nostro messaggio. Fare informazione in questo modo è più dannoso che altro.
Le motivazioni che ci hanno portati in piazza a Manerbio Sabato 12 Maggio sono ben chiare e sempre presenti nei comunicati pubblicati sul nostro blog www.controilmegamacello.blogspot.com o sulla nostra pagina facebook www.facebook.com/contrilmegamacello : siamo antispecisti, contro lo sfruttamento dell'animale umano sugli altri animali, contro il Mega Macello di Manerbio così come contro a tutti gli altri macelli, contro tutti gli allevamenti, contro tutte le gabbie, recinti e catene. Siamo per la liberazione animale. Queste sono le vere motivazioni della bellissima protesta che si è svolta sabato a Manerbio e che ha visto la partecipazione di individualità da tutta la Lombardia, il Veneto, L'Emilia, la Romagna, il Piemonte, La Liguria... e anche da San Marino e il Canton Ticino!
Siamo scesi in piazza perchè vogliamo una sola cosa: la liberazione animale. E la vogliamo adesso.

Coordinamento Contro il Mega Macello

giovedì 3 maggio 2012

Investigazione all'interno di allevamenti di maiali nella bassa bresciana



Il video che è stato oggi pubblicato dal Coordinamento contro il Mega-macello, riporta le immagini di diverse investigazioni risaltenti ai primi mesi del 2012 nella bassa bresciana. La nostra opposizione al futuro impianto di macellazione di Manerbio, che ricordiamo diventerà il più grande d'europa, nasce da posizioni antispeciste che rivendicano il rispetto della libertà e della dignità degli animali non umani. Il mega-macello sarà un simbolo monumentale e terrificante della smisurata sofferenza dei miliardi di schiavi animali di tutto il mondo, costretti ad una morte truce e sistematica.

La sofferenza di questi animali, che trova la sua impietosa fine nei macelli, comincia alla loro nascita e prosegue con una vita di prigionia, maltrattamento, tortura e manipolazione. Abbiamo quindi deciso di pubblicare e diffondere le immagini che mostrano la realtà degli allevamenti di maiali della bassa bresciana. Realtà comune a tutti i luoghi di privazione di libertà,
 siano essi allevamenti di animali destinati alla macellazione o alla produzione alimentare, destinati ai tavoli dei laboratori di vivisezione o ad essere uccisi e trasformati in capi d'abbigliamento.

Vogliamo che tutti possano guardare gli occhi di questi individui e sapere cosa si nasconde in quei capannoni a pochi chilometri dalle loro abitazioni. Vogliamo che tutti possano guardare negli occhi chi è destinato ad essere ridotto ad un oggetto fin dai primi momenti della sua vita. Vogliamo dare voce alla sofferenza degli schiavi dell'umanità, le cui grida non possono altrimenti giungere alle nostre orecchie.

Invitiamo tutti a considerare come il primo passo per contrastare la violenza istituzionalizzata dell'industria alimentare sia sottrarsi ad essa adottando uno stile di vita Vegan, per la libertà di ogni essere vivente.


Rinnoviamo quindi il nostro invito:

SABATO 12 MAGGIO al CORTEO ANTISPECISTA PER LE VITTIME DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE - CONTRO IL MEGA MACELLO - concentramento ore15.00 di fronte al casello autostradale di Manerbio (Bs) - autostrada A21 TO-PC uscita MANERBIO

martedì 1 maggio 2012

Sabato 12 Maggio - Corteo Antispecista per le vittime dell'industria alimentare


SABATO 12 MAGGIO ORE 15.00
CORTEO ANTISPECISTA
PER LE VITTIME DELL'INDUSTRIA ALIMENTARE
CONTRO IL MEGA MACELLO
Dagli allevamenti ai macelli: un'industria assassina.

Vogliamo lanciare un appello, un grido per dar voce a chi voce non ha, a chi non ha modo di ribellarsi perché prigioniero.
Per tutte quelle vite che nascono nella schiavitù, nella prigionia degli allevamenti, solo perché appartengono ad una specie diversa dalla nostra e che l’essere umano etichetta come ‘da reddito’, da ‘carne’, per essere successivamente trasformati in merce di consumo.
Per tutti quegli individui appartenenti a qualsiasi specie che vivono prigionieri e vengono uccisi in nome di un’industria alimentare insanguinata.
Dalle gabbie e dai recinti degli allevamenti, dove nascono e crescono, fino alla fine terribile che li attende nei macelli, dove vengono uccisi, fatti a pezzi e confezionati come avviene con un prodotto qualsiasi.
Ma non si tratta di prodotti, non si tratta di cibo. Si tratta di vite, di individui, di esseri viventi unici e senzienti, che con noi umani condividono più di quanto spesso si voglia credere.

Vogliamo puntare i riflettori su quello che comporta lo sfruttamento animale nell'industria alimentare.

Da antispecisti ci opponiamo alla prevaricazione e allo sfruttamento dell'essere umano sugli animali non umani, così come sui suoi simili. Per questo viviamo e promuoviamo uno stile di vita vegan, che non supporta cioè in alcun modo forme di sfruttamento animale e che riduce notevolmente l'impronta ecologica dell'essere umano sull'ambiente.

Il paese di Manerbio, in provincia di Brescia, dovrebbe ospitare secondo un progetto depositato presso il Comune, un mega-macello che mieterebbe 12.000 vittime al giorno. Sarebbe l'impianto di macellazione di suini più grande d'Europa.
Scegliamo Manerbio come luogo simbolo per denunciare quella che è la realtà dell'industria alimentare, perché nessuno venga più rinchiuso dietro le sbarre di un allevamento e perché non sorga più nessun macello, né a Manerbio, né altrove.

Non vogliamo gabbie più grandi, non vogliamo gabbie più larghe e spaziose, vogliamo vedere le gabbie vuote, vogliamo vedere ridotti in macerie tutti quei luoghi di tortura che sono attorno a noi e che lucrano sulla vita dei non umani. Affinché venga denunciato questo sistema che si basa unicamente sullo sfruttamento, sulla tortura, sulla prigionia di esseri viventi, un sistema questo che rappresenta bene la società specista in cui oggi viviamo.

SABATO 12 MAGGIO
ORE 15.00
CONCENTRAMENTO DI FRONTE AL CASELLO AUTOSTRADALE DI MANERBIO (BRESCIA) – AUTOSTRADA A21 TO-BS USCITA MANERBIO.

Info:
contromegamacello@live.it
infoline: 3312183383


ALCUNE PRECISAZIONI: questo corteo sarà un momento di protesta che sorge dal basso, fatto dalla partecipazione di individualità che si sentono vicine al messaggio antispecista. Pertanto vi invitiamo a portare cartelli e striscioni con messaggi sul veganismo e l'antispecismo piuttosto che simboli di partiti e associazioni che riusulterebbero fini a se stessi.